Scrittore martinicano. Medico psichiatra, nel 1953 si fece trasferire dalla
Francia, dove si era laureato oltre che in Medicina anche in Filosofia e aveva
pubblicato i suoi primi saggi su riviste, in un ospedale algerino. Nel corso dei
tre anni successivi elaborò un originale modello di analisi
sull'alienazione coloniale, suggeritogli dall'osservazione dei colonizzati
affetti da malattie mentali e di cui si servì per denunciare la
"disumanizzazione" dell'individuo colonizzato. Costretto a lasciare verso la
fine del 1956 l'Algeria, sotto l'accusa di collusione col Fronte di liberazione
nazionale, si trasferì in Tunisia dove, accanto all'attività
psichiatrica, intensificò quella di teorico del marxismo e di militante
rivoluzionario, attraverso gli scritti, i corsi svolti presso
l'università di Tunisi, i viaggi, le missioni, i contatti con esponenti
dei paesi afro-asiatici. L'elaborazione teorico-pratica, la ricerca del rapporto
tra lavoro culturale e azione rivoluzionaria, il tentativo di inserire
l'esperienza algerina in una prospettiva di unità politica africana e di
unità d'azione di tutti i paesi del Terzo Mondo, lo portarono a svolgere
un'intensa attività che fece di lui, nel giro di pochi anni, un
personaggio di primo piano nella lotta anticoloniale dei popoli africani che
portò avanti sino al dicembre 1961, minato dalla leucemia. La sua
influenza tuttavia non è venuta meno in seguito alla morte. A lui si
ispirarono infatti molti dei movimenti di guerriglia africani e palestinesi. Tra
i suoi saggi, raccolti in volume, ricordiamo:
Pour la révolution
africaine (1960);
Les donnés de la terre (1961);
Peau
noire, masques blancs (1962) (Martinica 1925 - New York 1961).